Il fascino nascosto della Moldova, Paese di confine tra Russia ed Europa

di Andrea Tappi

Nel giugno del 2016, mentre eravamo a New York, mia moglie Valeria ricevette la nomina di Ambasciatrice presso la Repubblica di Moldova. Nonostante siano passati più di cinque anni, ricordo ancora vivamente che accolsi la notizia con gioia e curiosità: stavo per lasciare gli Stati Uniti per incominciare una nuova avventura, questa volta nel senso letterale del termine, in un Paese che per me, allora, era per lo più sconosciuto.

Tutte le informazioni che riuscii a trovare sul web, si sarebbero di lì a poco trasformate in una bellissima realtà, perché sì, Chişinău e la Moldova saranno pure non note ai più, ma vi assicuro che si tratta di un posto dove si vive bene, con musei interessanti, un’ottima enogastronomia e – cosa da non sottovalutare per chi come noi trasloca ogni quattro anni  – si trova a poco più di due ore di aereo da Roma. Il clima è sorprendentemente favorevole, con le quattro stagioni ben definite: estati piacevolmente calde e non umide, inverni nevosi quanto basta, e nel mezzo un’esplosione di colori con il tipico foliage autunnale, e moltissimi giardini e parchi pubblici in fiore durante la primavera. Se oggi dovessi dire cosa rimpiango di più della Moldova e della sua Capitale Chişinău, direi senz’altro i mille colori dei suoi fiori, l’ordine e la pulizia dei suoi parchi, il calore e l’accoglienza della sua gente. Stretta fra la Romania ad ovest e l’Ucraina ad est, la Moldova riassume e raccoglie con semplicità gli aspetti peculiari dei due “blocchi” o, se preferite, dei due modi di pensiero e delle due culture.

Chişinău, in particolare, è una città di oltre 700mila abitanti, dove convivono quotidianamente, come facce opposte della stessa medaglia, passato e contemporaneità. Da un lato locali di tendenza, ristoranti gourmet e discoteche che nulla hanno da invidiare ad altre città ben più note; dall’altro, la presenza costante dei “tempi che furono”, con musei, chiese e monasteri ortodossi, maestosi viali alberati, architetture e mercati pubblici dal tipico look sovietico. Forse proprio in questo contrasto generazionale che balza da subito all’occhio, per le strade, con giovani alla moda a fianco ad anziani ancora avvolti nelle loro vesti tradizionali, risiede tutto il fascino di questo Paese.

Per fare un vero e proprio salto nel passato, dove il tempo sembra essersi fermato, basta spostarsi di circa 60 km dalla Capitale verso est, ed entrare in una piccola porzione di territorio moldavo, oltre il fiume Nistru, denominata appunto Transnistria. Qui tutto ci rimanda al periodo sovietico, e non solo per il cirillico dei cartelli stradali o delle insegne pubblicitarie. Passando il “confine amministrativo” – la Transnistria giuridicamente fa parte della Repubblica di Moldova pur essendo uno Stato de facto indipendente ma non riconosciuto dalla Comunità Internazionale – si arriva a Tiraspol, principale città di questa regione, e fra statue di Lenin e altri monumenti di chiara ispirazione sovietica, si può veramente immaginare di rivivere negli anni ’60.

Facile innamorarsi della Moldova, terra dove il tempo scorre piano e tutto è ancora a misura d’uomo. L’accoglienza e il calore della gente ti fanno sentire come “a casa dei nonni”, un posto dove ognuno di noi ha passato sempre piacevoli momenti. Paese principalmente agricolo, annovera tra le sue bellezze le cantine vinicole sotterranee più lunghe d’Europa: dei veri e propri labirinti con tunnel che si sviluppano per decine e decine di chilometri. In questo paradiso enologico sotterraneo sono custodite migliaia di bottiglie da collezione molte delle quali appartenenti a personaggi famosi: famiglie reali, Capi di Stato, e celebrities di tutto il mondo. L’eco della qualità dei vini moldavi ha incominciato a fare il giro del mondo iniziando ad essere apprezzata anche da noi (non certo gli ultimi arrivati in fatto di vino!) tanto che oggi il paese punta sul settore vinicolo, un pilastro dell’economia, anche per promuoversi come nuova destinazione turistica “slow” ed enogastronomica. La sua posizione geografica, peraltro, lo rende anche un’ottima base per viaggiare in zone, turisticamente parlando, ben più famose. Grecia, Turchia, Cipro sono raggiungibili poco più di un’ora di volo mentre i Paesi dell’Unione europea si trovano tutti a distanza di 2-3 ore massimo, e la Russia con tutti i Paesi dell’est sono anch’essi lì, a portata di mano.

Le località storiche, le tradizioni enogastronomiche e l’ospitalità degli abitanti non hanno potuto evitare a questo piccolo Stato di essere, purtroppo, fra i più poveri dell’area Europa. Non per nulla molti di loro sono obbligati a emigrare. In Italia, per esempio, la comunità moldava, con circa 300mila persone la seconda comunità più ampia di stranieri, lavora duramente contribuendo con le sue rimesse alla crescita economica del Paese.

L’augurio che mi sento di rivolgere a questa terra che con tanto affetto mi ha ospitato, è che possa un giorno riaccogliere in patria i suoi numerosi cittadini espatriati all’estero per motivi economici e lavorativi. Perché se è stato facile per me innamorarmi della Moldova, non posso immaginare la nostalgia che può provare un moldavo obbligato a vivere lontano dalle proprie tradizioni e dalla sua famiglia.

In bocca al lupo Moldova!

Andrea Tappi

Laureto in Scienze Politiche Internazionali alla Sapienza di Roma. Dopo gli studi lavora come formatore per Broker Credit S.p.A. (Gruppo Unicredit) poi in BHW ed infine in Barclays fino al 2013, anno in cui convola a nozze ed inizia il suo viaggio itinerante per il Mondo. Dal 2014 al 2017 a New York, poi a Chişinău ( Repubblica di Moldova) fino al marzo 2021. Attualmente risiede a Roma.

4 Commenti
  1. Nicooooooo, il tuo entusiasmo e’ incontenibile: siamo ancora in fase di pubblicazione / correzione dei pezzi. No worry, i tuoi commenti da Vienna sono sempre benvenuti. Un abbraccio grande

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