E adesso?

  • Crediti: Edoardo Izzo

di Anna Sanfelice Visconti

Tutto si può dire dello Spirito Santo, ma non che manchi di fantasia. I Papi che sono stati eletti in questo e nel secolo precedente non potevano essere più diversi. Solo per limitarci agli ultimi, al soglio di Pietro sono saliti, in successione, un combattente carismatico, un finissimo teologo, ed uno, per ora, difficile da rinchiudere in una definizione.

Sono finiti da un pezzo i tempi in cui le parole di un Papa non si dovevano discutere, o forse non sono veramente mai esistiti. Ma mai come nel  pontificato di Francesco le critiche hanno accompagnato gesti e dichiarazioni di un pontefice. La sensibilità verso il Terzo Mondo ha irritato un’Europa ormai laicizzata, ma in qualche modo ancora legata a determinate tradizioni e rituali. La vicinanza alle categorie sociali più marginali è stata giudicata eccessiva; qualcuno ha visto nella sua sensibilità ecologica un argomento al di fuori dei compiti di un Papa, e le parole forti usate per l’aborto, l’eutanasia, quella che chiamava la cultura dello scarto, gli hanno valso la disapprovazione di chi lo ha considerato un passatista.

Francesco si è esposto senza filtri alle critiche. Il suo obiettivo dichiarato era quello di riportare la Chiesa ad uno spirito evangelico più autentico e più semplice. Tanti si sono riconosciuti nel suo messaggio; tutti abbiamo condiviso il suo tormento per la terza guerra mondiale “a pezzi”, le sofferenze provocate ai più fragili, ai bambini. Le sue parole sulla tenerezza e sul perdono sono state di conforto a tante infelicità. Tutti, anche i più agnostici, lo hanno sentito vicino. Mentre lui, come i suoi predecessori, e forse anche in misura maggiore, sapeva di essere terribilmente solo.

Nessuno può dimenticare il suo passo lento nella piazza S. Pietro deserta, battuta dalla pioggia, nel buio, quella domenica di Quaresima funestata dalla pandemia. “Camminavo”, avrebbe detto, “pensando alla solitudine di tanta gente. Sentivo tutto questo e camminavo”. Come le splendide parole che ha speso sulle donne, definendole custodi dell’armonia, e aggiungendo. “ma questa è una cosa personale; io penso che Dio ha creato la donna perché tutti potessero avere una madre”.

E adesso?

Lo Spirito Santo ci ha sorpreso anche questa volta. Un Papa americano, agostiniano, che ha speso le sue prime parole per augurare la pace. La pace del cuore.  A tutto il mondo. E che ha fatto pregare un’affollatissima piazza S. Pietro insieme a lui.

Lo aspetta un compito non facile.

Anna Sanfelice Visconti

Napoletana, laureata in Giurisprudenza e Scienze Politiche all’Università di Roma la Sapienza, ha esercitato la professione di avvocato tra un trasferimento e l’altro del consorte Leonardo Visconti di Modrone. Ha all’attivo diverse pubblicazioni, frutto di ricerche sulle carte di famiglia, sulle consorti che hanno vissuto le turbolenze del Vicino e Medio Oriente, e sui propri ricordi di vita al seguito del marito. Tiene una rubrica settimanale sulla pagina Facebook della Cappellania dell’Università Gregoriana, Il giardino segreto, luogo immaginario in cui fiorisce la bellezza nelle diverse forme, arte, musica, poesia. Iscritta all’ACDMAE quasi fin dagli inizi, ne è stata a lungo Presidente.

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