Dietro le quinte di un nuovo programma: la Classical Music Appreciation

di Giacomo Mura

Diffondere cultura e consapevolezza musicale, di ampio respiro e ad ampio raggio.

E’ questo lo scopo del nuovo “Programma C” ideato in collaborazione con Ryoko Tajika Drei per i soci ACDMAE, che prevede un ciclo d’incontri sulla piattaforma multimediale Zoom proprio per permetterci di raggiungere i Consorti dei Dipendenti del Ministero degli Affari Esteri sparsi per tutto il mondo e cercare di unire questa fertile comunità nel segno dell’arte più di tutte universale: la musica.

Cosa si intende, tuttavia, per music appreciation? Per comprenderlo pienamente facciamo insieme un passo indietro partendo dalla formazione dei musicisti, che è meticolosa, lunga, stratificata. È accettato da tutti che per raggiungere un adeguato livello nell’esecuzione musicale è necessario affrontare anni e anni di studi. Dall’altro lato, il pubblico è abbandonato a se stesso. Ci si aspetta che sia naturale avvicinarsi a una tradizione musicale così lunga, ricca e complessa unicamente attraverso le proprie risorse e innamorarsene senza nessuna guida. E’ mia convinzione che questa tacita pretesa sia assurda. Per questa ragione il mio lavoro di divulgazione musicale – ovvero la music appreciation – è volto a insegnare a tutti coloro che non possiedono una formazione musicale canonica come ascoltare grande musica con consapevolezza e comprensione. In altre parole, come sviluppare “orecchie da musicista” senza dover apprendere gravosi bagagli di nozioni tecniche.

In questa prospettiva, lo scopo del programma C è duplice: da un lato vogliamo offrire ai soci membri esperienze immediatamente coinvolgenti e formative, di pratica utilità e di grande interesse; dall’altro è nostra intenzione porre solide basi per future attività.

Il primo di questi due obiettivi ci ha guidato nella scelta di proporre come argomenti diversi pezzi estremamente celebri e molto spesso eseguiti, come il Valzer Viennese che tratteremo a dicembre, scelta che ci offre intriganti vantaggi: la realizzazione di ricchezza e di profondità inesplorate anche nell’ambito di musica arcinota; un immediato valore pratico, in quanto i soci membri incroceranno con facilità queste opere e i loro autori nella frequentazione di concerti; un terreno artistico familiare su cui implementare con facilità e senza sforzo nuovi stimoli e prospettive, non solo musicali, ma anche appartenenti ad altre arti, alla Storia e in generale alla cultura italiana ed europea.

Abbiamo anche avuto cura di scegliere questo programma senza dimenticare di allargare le nostre prospettive. Di conseguenza, abbiamo fatto sì che gli argomenti toccati includessero un ventaglio di autori e periodi il più possibile ampio e diversificato: non solo per amor di varietà, ma anche al fine di costruire uno scheletro stabile di punti di riferimento tra cui ci potremo muovere con agio quando nei programmi futuri andremo a parlare di argomenti di pari valore e interesse, ma minore notorietà. Inoltre, nella seconda parte del ciclo abbiamo deciso di inserire una coppia d’incontri (gli strumenti dell’orchestra e il Lied schubertiano) che sono volti a combinare ricche e memorabili esperienze musicali con cenni più strettamente informativi, per essere in grado di trasmettere, con leggerezza ed efficacia ai soci ACDMAE, alcune nozioni storico-musicali di fondamentale importanza che ci permetteranno di essere preparati quando affronteremo altri argomenti futuri.

Ci è sembrato peraltro doveroso e importante aprire e chiudere il programma nel nome di Ludwig van Beethoven. La Quinta e la Nona sinfonia sono due capolavori fondanti del repertorio sinfonico, simboli di un immenso compositore che nel 2020 ha compiuto 250 anni, ricorrenza che per motivi noti a tutti non è stata celebrata come avrebbe meritato. Questo progetto, che pur avendo come epicentro Roma intende rivolgersi a persone lontane, si chiuderà – non a caso – con la Nona Sinfonia, per eccellenza musica simbolo di unione e fratellanza, scelta anche come inno per rappresentare l’Europa.

Insieme sveleremo i segreti del suo eterno valore artistico e umano!

Giacomo Mura

Nato nel 1992, comincia lo studio del violino all’età di 8 anni alla scuola Civica di Milano, sotto la guida del maestro Carlo De Martini. Nel 2011 ottiene il diploma di maturità scientifica e il diploma di violino presso il Conservatorio di Musica di Como, dove nel 2013 consegue la laurea di secondo livello (master of music).
Durante e dopo gli studi accademici frequenta al Conservatorio di Musica G.Verdi di Como i corsi di storia della musica tenuti dall’illustre professor Alberto Batisti.
Dal 2014 al 2018 ha fatto parte dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, sotto la direzione di Alexander Lonquich. Ha studiato dal 2016 al 2018 presso il Maestro Anne Harvey Nagl (violino) e il Maestro Fabian Rieser (violino e didattica musicale) a Vienna.
Da più di due anni è impegnato nel diffondere una profonda conoscenza della musica classica, insegnandone la storia e come raggiungere un ascolto consapevole e ricco. Negli ultimi anni ha tenuto eventi e conferenze collaborando con l’Ambasciata di Italia a Vienna, la Società Dante Alighieri di Vienna, il gruppo internazionale “The Austral Group”, l’Università del Colorado, la Wiener Volkshochschülen, l’associazione di istruzione musicale privata MUSEDU, l’associazione “Initiative Wir Sinnd”.

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