Un sogno lungo trent’anni

di Leonardo Visconti di Modrone

La personalità di Ignazio Vigoni, “gentiluomo meneghino di formazione manzoniana”, raffinato esperto d’arte, cultore delle lettere e delle scienze, pensatore, botanico e paesagista, rivive nella descrizione dell’Ambasciatore Leonardo Visconti di Modrone, Presidente dell’Associazione Villa Vigoni. La Villa e l’Associazione hanno accolto Capi di Stato ed autorevoli esponenti politici esprimendo pienamente la volontà del gentiluomo milanese che donò la sua splendida proprietà sul Lago di Como affinché divenisse punto d’incontro tra le culture e contribuisse a creare un’Europa più unita.

Trent’anni fa, il 21 aprile 1986, i Ministri degli Esteri di Italia e Germania, Giulio Andreotti e Hans Dietrich Genscher, firmavano l’accordo che dava vita all’Associazione Villa Vigoni, una istituzione unica nel suo genere, le cui finalità sono la promozione del dialogo fra studiosi e ricercatori dei due Paesi in una prospettiva di rafforzamento del processo di integrazione europea. Lo spunto era nato dal lascito testamentario di un gentiluomo milanese, Ignazio Vigoni Medici di Marignano, (1905-1983) che discendeva per via paterna da una antica famiglia lombarda – il padre era stato Senatore del Regno e Sindaco di Milano – e per via materna dai Mylius, banchieri originari di Francoforte, trasferitisi in Italia nell’Ottocento e legati da amicizia e consuetudine con personalità quali Goethe e Manzoni. Nel celebrare il Trentennale dell’Associazione, i Ministri dell’Istruzione dei due Paesi, professoresse Johanna Wanka e Stefania Giannini, hanno rievocato, incontrandosi il 2 e il 3 maggio 2016 a Villa Vigoni, la singolare personalità di questo benefattore.

Ignazio Vigoni apparteneva a quel genere di gentiluomo meneghino di formazione manzoniana, per il quale la vita “non è destinata ad essere un peso per molti e una festa per alcuni, ma per tutti un impegno, del quale ognuno renderà conto”. Orfano precocemente di padre ed allevato dalla madre con un’educazione rigorosamente religiosa, egli era nondimeno curioso ed aperto alla seduzione dell’arte, alla passione per la politica, all’approfondimento culturale ed alla ricerca scientifica. Erede di una cospicua fortuna, volle che alla sua morte questa fosse destinata ad un istituto benefico, con l’eccezione della proprietà sul lago di Como, a Loveno di Menaggio, che lasciò al Governo tedesco perché ne facesse “un centro di alta cultura italo-germanica”.

Personalità poliedrica, nel corso della sua vita si era dedicato agli studi botanici e paesaggistici, divenendo un apprezzato consulente su tutto ciò che aveva a che fare col variegato mondo del verde. Raccolse nei suoi viaggi semi ed essenze che piantò nel suo parco, dando vita ad un complesso di grande interesse naturalistico nel quale “si trova talvolta accanto a quello del paesaggio un altro elemento di grande valore, la traccia lasciata da un’antica tradizione di civiltà rurale”. Come botanico, paesaggista e progettista collaborò con i suoi scritti alle maggiori riviste del settore, e offrì la sua consulenza per la ristrutturazione di celebri parchi e giardini, dalla Villa Reale di Monza alle maggiori residenze lariane e brianzole.
Da patriota di stampo un po’ antico, aveva anche combattuto una guerra nella quale fondamentalmente non credeva, ma che aveva voluto affrontare da volontario, quando “le cose militari sul fronte greco-albanese stavano sdrucciolando su una pericolosa china”. In Sicilia al momento dell’armistizio dell’8 settembre 1943 aveva poi vissuto l’esperienza di internato militare in Germania, tanto più dolorosa per lui, che della cultura tedesca era ammiratore e studioso. Il lago di Como, con le sue reminiscenze manzoniane, era per Ignazio Vigoni il luogo di riposo e studio preferito. I suoi interlocutori spaziavano da Tommaso Gallarati Scotti, che viveva sul fronte opposto del lago, a Bellagio, al giardiniere Riccardo Peroggi. Con l’uno – aristocratico esponente dell’antifascismo, diplomatico e scrittore – parlava con passione e competenza di Fogazzaro e di Goethe, con l’altro – figlio e nipote di massari, salariati e coloni – con eguale passione e competenza di bulbi, potature e concimi.

Villa Vigoni ne ha ereditato il carattere: più modesta delle grandi ville affacciate direttamente sul lago quali le ville Olmo, Melzi e Serbelloni, o la non lontana Villa Carlotta, si trova a mezza collina, ben inserita nel contesto ambientale di un parco all’inglese, e soprattutto con una splendida veduta sul lago, di cui si scorgono entrambi i rami divisi dal promontorio di Bellagio. La passione per il giardinaggio veniva ad Ignazio dalla famiglia, come ricorderà nelle sue memorie: “Crebbi in un ambiente dove questo era uno degli argomenti capitali della conversazione nelle placide serate autunnali attorno alla lampada a petrolio. Per un albero da abbattere, per una nuova prospettiva da aprire, per qualche pianta rara da comperare si radunava una specie di consiglio di famiglia”. La sua cultura di autodidatta gli derivava da letture solitarie ma approfondite dei maggiori autori delle letterature tedesca, inglese e francese.

Della stessa atmosfera familiare, un po’ fuori dagli affanni del mondo, sono permeati gli incontri di oggi a Villa Vigoni, incontri che iniziano in una moderna ed attrezzata sala convegni, ma che proseguono sotto un faggio o un liriodendro in giardino, o accanto al caminetto acceso nella vecchia biblioteca, e che si concludono attorno ad una mensa dove la cucina, di stretta tradizione lariana, allieta le ultime ore del giorno di studiosi e studenti. Un’atmosfera che favorisce il dialogo e l’avvicinamento fra italiani e tedeschi, anche nei momenti in cui emergono tensioni fra i due governi, e che aiuta a formare le nuove generazioni nel sentire e condividere quello spirito europeo che ispirò i Padri Fondatori dell’Europa e di cui Ignazio Vigoni seppe così bene essere interprete.

Un sogno lungo trent'anni 2

Ma Villa Vigoni in questi trent’anni non è stata solo un ritrovo di studiosi e ricercatori; ha ospitato anche incontri politici italo-tedeschi al più alto livello, fra i quali vanno ricordati in particolare quelli fra i Capi di Stato dei due Paesi, i Presidenti Carlo Azeglio Ciampi e Johannes Rau nel 2002, e dei Presidenti Giorgio Napolitano e Christian Wulff nel 2011.
“Voi non avete idea – mi disse una sera un eminente politico tedesco, sorseggiando dopo pranzo un ultimo bicchierino di liquore in una delle sale della villa, e guardando attraverso le vetrate le luci di Bellagio rifrangersi nel lago – quanto noi apprezziamo questa meravigliosa atmosfera, così calda e accogliente, che ci avvicina, nell’amore per l’Italia, ai grandi pensatori ed ai grandi artisti tedeschi del passato che vollero visitarla”.

Leonardo Visconti di Modrone Presidente della Associazione Villa Vigoni

Leonardo Visconti di Modrone

Nato a Milano, laureato con lode in Economia all’Università “Bocconi” è entrato a 24 anni nella Carriera Diplomatica ricoprendo incarichi all’estero a New York (ONU), Cairo, Londra e Vienna. Consigliere a Palazzo Chigi di dieci diversi Presidenti del Consiglio, ha legato la sua immagine alla organizzazione del Vertice G7 di Napoli del 1994.
Capo della Delegazione per la Presidenza Italiana dell’Unione Europea nel 2003 e Capo del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica dal 2005, ha ricoperto l’incarico di Ambasciatore d’Italia a Madrid dal luglio 2010 al dicembre 2012. Il suo collocamento a riposo è stato eletto presidente della “Associazione Villa Vigoni ,Centro Italo-Tedesco per l’Eccellenza Europea”

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