Quando la fine segna l’inizio. Il Cinefestival ACDMAE riapre i battenti con Govorukhin

E’ stata “La fine di un’epoca meravigliosa”, l’ultima pellicola a firma del maestro del cinema russo Stanislav Govorukhin a segnare – per una coincidenza del destino – il nuovo inizio (dopo lunghi mesi di sospensione forzata) della rassegna ACDMAE dedicata al Cinema straniero d’autore, promossa e organizzata da Pucci Rastrelli.

L’epoca che ha marcato la stagione del distanziamento, dei contatti rarefatti e…del salotto domestico di “meraviglioso” ha avuto ben poco e forse anche per questa ragione tanti soci hanno sfidato il caldo afoso di luglio per ricordare, con le immagini in bianco e nero di un grande cineasta, la fine di ben altra epoca: quella della stalinizzazione dell’ex Unione Sovietica e del culto della personalità. Quando nella società russa cominciavano a insinuarsi i primi venti di modernità contrastati dal peso delle tradizioni e dalla tensione che non mollava comunque la presa sulla popolazione.

E’ l’epoca delle contraddizioni ma anche della grande cultura russa e dei libri, che trovano vie insolite e segrete per circolare e farsi leggere.  L’epoca in cui i russi leggevano in media 25 libri l’anno mentre esplodeva la “moda” del manoscritto, soprattutto fra le giovani generazioni desiderose di far sentire la loro voce.

Ospite d’onore del Cinefestival, l’Ambasciatore russo presso la Santa Sede, Alexander Avdeev, già ministro russo alla cultura, ha ricordato con un pizzico di nostalgia quegli anni di “Grande Cultura” che precedettero l’arrivo delle nuove tecnologie e di Internet, prima di cedere la parola alla “padrona di casa”, Daria Puskova, Direttrice del Centro Russo di Scienza e Cultura che nella splendida sala concerti di palazzo Santacroce, un altro piccolo gioiello del tardo barocco romano, ha ospitato tra stucchi e affreschi, la proiezione del film.

A introdurre il film – ispirato alla novella biografica di Serghej Dovlatov “Il compromesso” – a un attento parterre di amanti del cinema russo-sovietico è stata anche Claudia Olivieri, docente all’Università di Catania e co-autrice del libro “Italia-Russia: un secolo di Cinema”.

Verso sera, a fine proiezione, un brindisi offerto agli ospiti ha concluso nel migliore dei modi il ritorno in “sala” di un capolavoro della cinematografia russa… E dei soci Acdmae.

Redazione
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