”La donna col vestito verde” di Stephanie Cowell

di Marzia Brofferio Celeste

Con questo libro mi è sembrato di rivivere la Parigi (e la Francia) tra il 1857 e il 1909. Descrive perfettamente il mondo del grande Claude Monet, dai suoi diciassette anni, fino agli anni delle ninfee.
Mi ha raccontato di un pittore, all’epoca non ancora famoso, che lotta per imporre la sua passione verso la pittura; dei suoi accesi contrasti con un padre che non ne vuole sapere di lasciarlo andare a vivere a Parigi; di un ambiente indifferente se non addirittura ostile al suo modo di dipingere; di una zia “zitella” che crede in lui e che lo sprona e lo finanzia ogni volta che può; di un anziano artista che lo prende sotto la sua protezione e gli da la sicurezza per spiccare il volo e seguire la sua passione.
Mi ha parlato di amicizia, quella vera che va oltre le differenze sociali e culturali, di povertà e fame, di determinazione e testardaggine, di condivisione di ateliers piccoli e malsani, dove fermentano le idee che porteranno alla più grande rivoluzione artistica del secolo: l’Impressionismo.
E mi ha raccontato soprattutto della storia d’amore, tuttora poco conosciuta, tra il pittore e la sua prima moglie Camille Léonie Doncieux.
Una storia d’amore che inizia con un vero colpo di fulmine e che ossessiona il pittore fino a quando non riesce a conquistare prima e sposare dopo la giovane dei suoi sogni. 
C’è la descrizione di tutto il periodo del corteggiamento, della passione, della totale ed incondizionata complicità che immediatamente nasce tra i due, delle difficoltà del quotidiano quando si sposano e di quando diventano genitori per la prima volta.
Ho scoperto così un Claude Monet un po’ matto, insensibile ed egoista, ma anche molto dolce ed innamorato, capace di grandi gesti e di immensa passione e dedizione verso la sua amata.
Un Claude Monet che non riesce a venire a compromessi con la sua pittura e con la sua arte ma che per amore di Camille si piega e torna perfino a parlare col padre.

Ecco perché mi sento di raccomandare questo libro, scritto con uno stile tanto fluido quanto accattivante. Con un lessico ricercato ma non pesante e con descrizioni che ti fanno sentire nelle narici l’odore dei colori che vengono stemperati prima di esser poggiati sulla tela. Che ti fanno percepire i rumori delle strade percorse di corsa scappando da Parigi alla volta dell’Inghilterra, dove Monet si rifugia per un periodo con moglie e figlio durante la guerra Franco-Prussiana. Un libro che ti commuove fino alle lacrime nel descrivere la scoperta della morte dell’amico fraterno del pittore, Bazille. Insomma, un bellissimo libro da leggere con calma (se riuscite a non divorarlo perché la tentazione è forte) per assaporarne tutte le sfaccettature e le descrizioni ed i dialoghi. Poi mi direte se avevo torto…

Marzia Brofferio Celeste

Laureata in Bocconi in Economia Aziendale, dopo un anno di lavoro alla Commissione UE di Bruxelles diventa consulente (Head Hunter e Formazione Manageriale) per numerose multinazionali in Italia, in Francia ed in Belgio.
Madre di due figli, ha sempre partecipato attivamente alle diverse associazioni dei genitori, ai consigli d’istituto e ai comitati di scuola e oggi è membro APE del Lycée Chateaubriand di Roma.
Ha vissuto in Siria (Damasco), Bulgaria (Sofia), Belgio (Bruxelles), Regno Unito (Londra). Dal 2010 è membro del Coro ACDMAE.

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