Accendi la tua luce! Qualche idea per la lampada fai-da-te

di Fabiana De Vincenzi

C’era una volta il lampadario. E c’è stato per decenni, immobile, sempre uguale a se stesso. Poi il nostro stile di vita è cambiato e così le nostre case: meno formali, più autentiche e rispondenti ai nostri bisogni reali.  E allora pensare di portare un cavo elettrico da una parte all’altra di una stanza è diventato ammissibile. E poi desiderabile fino a diventare un vero e proprio trend. Ma se le nuove regole del gioco dell’arredare sono sempre più flessibili si apre lo spazio della creatività. Con il moltiplicarsi delle fiere dedicate, dell’offerta di corsi e laboratori, la crescita delle attività del fare con le mani è sotto gli occhi di tutti. Anche in risposta ad una certa omologazione seguita al boom del prêt-à-porter dell’arredamento, oggi  si sta imponendo una generale rivalutazione del pezzo unico e artigianale.

La tendenza è stata colta da alcune aziende (Creative Cables, Cobo, etc.) che hanno lanciato una serie di prodotti per consentire a ciascuno di noi di creare la propria lampada personale. E vuoi mettere la soddisfazione? Portare la luce dove ci serve, è come illuminare un pensiero, far esistere un nuovo angolo, una nuova funzione. La componentistica spazia dal tipo di portalampada e di cavo fino alla lampadina, prodotta oggi in un’infinità di varianti fra grandezza, forma e colore.

A questo punto, se l’idea di una lampada fai-da-te comincia a incuriosirvi, sappiate che dovrete anzitutto chiarivi le idee e operare delle scelte che riguardano:

la posizione: possiamo portare la luce dove ci serve senza rompere i muri! Con un cavo più lungo e degli occhielli a soffitto o delle staffe a parete, i fili disegneranno il loro percorso contribuendo al look della stanza (cfr. String, Flos); in alternativa il cavo potrebbe essere fissato a parete seguendo un disegno o un motivo, come se fosse una penna che scrive.

i materiali: dal classico tessuto al semplice scheletro in ferro, fino ai materiali più nuovi come il cemento e il silicone, per la vostra lampada dovrete assolutamente sceglierli in base all’arredamento.

il cavo elettrico: ieri si nascondeva, oggi è protagonista! “Vestito” di tessuti a fantasia o a tinta unita è in colori spesso a contrasto e contribuisce in maniera determinante all’effetto finale che vogliamo ottenere personalizzando l’arredamento.

la lampadina: da scegliere soprattutto in base al tipo d’illuminazione di cui abbiamo bisogno. Puntuale o diffusa, calda o fredda, ma sempre e comunque a led.

E se volessimo fare tutto da soli? C’è solo l’imbarazzo della scelta! Se amate la lana potreste sferruzzare un paralume a maglia grossa infilandolo, eventualmente, su una struttura in tondino di ferro (cfr. Trame, In-es.artdesign). Se invece la pittura o il collage sono il vostro forte, troverete nei classici paralumi bianchi in carta di riso (Ikea, Leroy Merlin) la tela sulla quale esprimere la vostra fantasia. Semplicissima, da sperimentare anche con i bambini, è la tecnica del palloncino rivestito di corda e spennellato di colla: una volta asciutto basterà bucarlo e manterrà perfettamente la forma!

Queste sono solo alcune idee perché, fondamentalmente, tutto può diventare una lampada: famoso è il caso del noto designer Ingo Maurer che, dopo aver accidentalmente rotto dei piatti, ha usato i cocci per creare la sua celeberrima “Porca Miseria”, esposta oggi al MoMA di New York.

Se la luce svolgerà bene la sua funzione, a noi non resterà che sbizzarrirci nella parte decorativa. E navigando in rete saremo inondati d’idee fantastiche per confezionare creazioni uniche da regalare a Natale a chi vogliamo bene. E saremo senz’altro fieri di essere niente di meno che portatori di luce!

Fabiana De Vincenzi

Dopo la laurea in Architettura a Napoli si trasferisce con il marito a Sarajevo dove collabora con lo studio Grupa Arh e tiene lezioni sull’architettura italiana all’Università di Banja Luka. A Vienna segue corsi di specializzazione in Building Science and Technology alla TU Wien e lavora come designer di arredi, luci e gioielli. Al rientro a Roma collabora con lo studio Bevivino & Partners per quattro anni. Dal 2016 lavora in proprio dedicandosi all’ambito residenziale. E’ iscritta all’Ordine degli Architetti di Roma dal 2013.

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