Sull’isola o “isolati”, non c’è niente di meglio di un libro!

di Marìa Gabriela Echeverrìa Serpi

Si dice che i libri sono i nostri migliori amici e che incontrare sulla propria strada un buon libro è come trovare un vero amico. Probabilmente è proprio cosi!

Il libro scelto per la pausa estiva, con le sue 642 pagine, ci ha sicuramente fatto buona compagnia durante tutte le vacanze. E’ stato molto bello poterne discutere a settembre, al nostro rientro, quando abbiamo avuto l’occasione di incontrarci all’aperto, mantenendo il distanziamento sociale, nel rispetto delle restrizioni Covid vigenti in quel momento.  Rivederci di persona, dopo mesi d’incontri virtuali, è stato senz’altro importante, soprattutto dovendo commentare un romanzo – “Patria”, dello scrittore spagnolo Fernando Aramburu – tanto complesso quanto drammatico, che si snoda attorno a un tema di fondo che è  il terrorismo basco.  Un argomento senz’altro difficile per una lettura lunga ma coinvolgente che consigliamo vivamente a tutti.

L’illusione di poter conversare “in presenza” è, purtroppo, durata poco: da ottobre abbiamo ripreso le nostre riunioni mensili in modo virtuale, utilizzando la piattaforma Zoom perché la seconda ondata pandemica è tornata a impedire gli incontri numerosi. Comunque siamo sempre felici di rivederci e poter tener viva qualche forma di socialità “on line” grazie a una tecnologia che riesce ad avvicinarci e a toglierci da una difficile condizione d’isolamento imposto. I nostri incontri “virtuali”, infatti, sono sempre un bel momento di evasione, un aiuto a dimenticare le preoccupazioni dell’attualità.  

La lettura di ottobre, “Corazones desatados” dell’argentino Jorge Fernández Díaz, ci ha spinto a riflettere sull’amore nelle sue diverse forme. Un libro carico di sentimento che ha suscitato in noi forti emozioni anche perché ѐ arrivato nelle nostre mani su suggerimento di una cara amica argentina, già Ambasciatore in Irlanda, appassionata di letteratura che purtroppo, qualche mese dopo, è stata vittima del Covid.

A novembre “Primera memoria”, della scrittrice spagnola Ana Maria Matute, ci ha trasportato nel mondo dell’adolescenza turbando molte di noi con una storia dove solitudine e crudeltà si intrecciano sullo sfondo della guerra civile.

Dopo due letture impegnative stiamo preparando qualcosa di diverso per la prossima riunione, a dicembre. Vorremmo infatti organizzare un brindisi natalizio virtuale, vestite di rosso, come quest’occasione festiva merita.  Ci scambieremo gli auguri, commenteremo il libro e affronteremo anche temi in sintonia con il periodo. Il genere di lettura sarà ovviamente diverso: vogliamo leggere qualcosa che ci avvicini al vero spirito natalizio, in una dimensione dove tutti vorremmo diventare più buoni, consapevoli che non è nei regali che si trova la felicità.  “Un cuento de Navidad”, la traduzione spagnola del celebre “A Christmas Carol” di Charles Dickens, una storia intensa e di portata universale, ci sembra un grande classico da leggere proprio in prossimità del Natale.  Sarà la prima volta e forse l’ultima, in cui leggeremo un’opera tradotta e non di un autore madre lingua spagnolo.

E per l’anno nuovo?  Altri luoghi, epoche storiche diverse e nuove emozioni ci aspettano perché il viaggio del nostro Gruppo continua proprio con la lettura e l’immaginazione seguite, come di consueto, dai commenti su quello che ciascuna di noi ha recepito e interiorizzato della lettura. Quello che compiamo nel “viaggio” della lettura è senza dubbio un lavoro creativo, prima individuale e poi di gruppo.

Ecco quindi qualche anticipazione del nostro programma per il primo semestre del 2021, un anno che ci porterà tante soprese, insieme a tanti con buoni libri: “Nombre de torero” de Luis Sepúlveda (Chile); “La colmena” di Camilo José Cela (Spagna);  “Déjame que te cuente” di Jorge Bucay (Argentina); “La hija de la española” di Karina Sainz Borgo (Venezuela); “La noche de la usina” di Eduardo Sacheri (Argentina); “Una historia de España” di Arturo Pérez Reverte (Spagna).

E le sorprese? Ve le racconteremo nelle prossime puntate. Sennò che sorprese sarebbero?

Marìa Gabriela Echeverrìa Serpi

Nata in Costa Rica, laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali in Belgio, funzionario diplomatico per il suo Paese e poi consorte, mamma e ora persino nonna! Appassionata di musica e letteratura, ha fondato ben tre gruppi di lettura, a Roma e a Caracas. Nonostante il trasferimento nel 2018, al seguito del marito Ambasciatore a Dublino, continua a coordinare con successo il suo Gruppo di Letture e Conversazioni in Spagnolo e a cantare con passione nel coro dell’ACDMAE

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