Se il mondo va matto per la cucina italiana

La cucina italiana piace a qualsiasi latitudine del Pianeta e questo non è un mistero. Sorprende però come, nonostante la siccità estiva, gli effetti nefasti del cambiamento climatico e la concorrenza agguerrita della contraffazione alimentare, l’intero comparto continui a brillare per risultati, capacità di crescita e dinamicità sui mercati internazionali.

La conferma è arrivata proprio durante l’ottava Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (SCIM),manifestazione dedicata alla nostra tavola e ai prodotti che l’hanno resa celebre ovunque.

Dal 2016, quando è stata lanciata la popolare iniziativa – secondo dati della Farnesina – sono stati presentati in tutto il Mondo, facendo leva sulla sua rete diplomatico consolare, oltre 9mila eventi dedicati al settore, tra seminari sulla dieta mediterranea, incontri con operatori, periodi di formazione, classi dimostrative, degustazioni e appuntamenti con chef di fama. E l’edizione 2023 è stata probabilmente ancora più applaudita e capillare delle precedenti.

Il tema scelto per la rassegna è stato “A tavola con la cucina italiana: il benessere con gusto” anche per sottolineare la relazione cruciale tra buona salute ed alimentazione che è, a ben vedere, il ‘plus’ della nostra Dieta Mediterranea. La cucina italiana, infatti, non è solo buon cibo di qualità o ricette tradizionali del territorio. È anche un insieme di pratiche sociali, di riti collettivi e di attenzione per la qualità del prodotto e la sua autenticità. In questo senso il tema dell’ottava edizione ha voluto rafforzare la candidatura della nostra cucina alla lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO, nonché contribuire alla lotta contro l’Italian Sounding e alla promozione del nostro agroalimentare, un comparto sempre più strategico per il nostro export.

“Con la Settimana che ogni nostra rappresentanza diplomatica dedica alla cucina, vogliamo occupare altri spazi di mercato con la qualità dei nostri prodotti”, ha affermato il ministro degli Esteri Tajani presentando l’edizione 2023. Anno dopo anno la nostra cucina si è effettivamente saputa far largo in un mercato non certo facile da conquistare  e dove paesi come Cina, Francia e Stati Uniti hanno sempre occupato posizioni di rilievo.

A dirlo, ancora una volta, sono stati i numeri. Quelli presentati da Coldiretti a novembre, in coincidenza con l’ottava SCIM dicono che, nonostante la congiuntura difficile e le tensioni internazionali, l’Italia anche nei primi 8 mesi del 2023 ha registrato un export record di prodotti alimentari con un + 8% che le ha permesso di incassare oltre 36 miliardi di euro.

A fine anno, secondo Coldiretti, le esortazioni di prodotti alimentari Made in Italy potrebbero facilmente superare i 60 miliardi sulla scia del successo dei nostri vini e dei formaggi (come il Parmigiano Reggiano, da anni confermato il Re globale dei formaggi) ma anche di pasta, olio d’oliva, salumi e verdure.

Spostando lo sguardo dall’export alimentare in senso stretto, alla cucina italiana nel mondo (che include anche la ristorazione) allora ci rendiamo conto che i numeri si gonfiano ulteriormente: secondo i dati del report annuale del Foodservice Market Monitor di Deloitte, questo comparto, con una crescita a due cifre da un anno all’altro, ha già recuperato il vigore pre-pandemia e vale complessivamente 228 miliardi…Più di una finanziaria! Buona anche la capacità della nostra cucina di penetrare sul mercato della ristorazione globale: la tavola italiana copre circa il 20% del mercato. Non è un risultato scontato considerando che i principali competitor su questo fronte sono i ristoranti cinesi e francesi.

Dulcis in fundo, la cucina italiana a pochi giorni dalla fine dell’anno è stata incoronata, ancora una volta, la migliore al mondo dal Taste Atlas Awards 2023/24 il famoso portale specializzato in cucine, vino e piatti tipici che annualmente pubblica le sue classifiche internazionali.

A farci conquistare la vetta (superando anche il Giappone per voti presi dalle nostre specialità) è stata la celeberrima Pizza Napoletana. Altri 12 piatti tipici italiani hanno comunque trovato il loro posto nella prestigiosa classifica dei piatti più buoni ed apprezzati nel mondo. Un’ulteriore conferma della reputazione internazionale di cui gode la nostra tavola anche grazie all’importante ‘assist’ fornito dalla nostra diplomazia, dagli Istituti italiani di cultura e dagli uffici ICE durante la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo.

Redazione
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