Non un cappellino ma un vero Borsalino…

Abbiamo scoperto casualmente che fra di noi c’è anche chi si diletta nell’inventare favole. Una splendida sorpresa per “Verba Volant”, Rubrica che (salvo qualche rara eccezione) ha sempre dato spazio alle penne delle nostre socie. Se in passato abbiamo pubblicato brani tratti da romanzi, poesie e racconti, oggi diamo finalmente il benvenuto a un genere compositivo – la breve storia fantastica – che rientra a pieno titolo tra quelli letterari. Guai a derubricarlo a “storiella per bambini”: dall’antica Grecia in poi la favola, spiegando come va il mondo, è riuscita a permeare l’umanità e le sue culture. Incoraggiare certi comportamenti e scoraggiare altri. Così fa la favola che qui pubblichiamo.

Non un cappellino ma un vero Borsalino…

C’era una volta un cappello. Un bel cappello da uomo di feltro marrone, con un elegante nastro di seta tutt’intorno e una bella tesa lucida. Come tutti i cappelli sognava di appartenere a un signore elegante e di poter girare la città con lui, guardandola dall’alto. Pensava spesso a come sarebbe stato bello andare a spasso la domenica al parco o al caffè e incontrare altri eleganti cappelli. Pensava che anche affrontare il vento e un po’ di pioggia non gli sarebbe dispiaciuto. Avrebbe potuto essere indossato con una sciarpa di morbida lana e un bel paio di guanti. Intanto però doveva accontentarsi di starsene fermo nella vetrina del negozio, tra tanti modelli di cappelli, pagliette, baschi, colbacchi e casquette.

Ogni tanto veniva additato da un cliente, tolto dalla vetrina, provato e riprovato ma poi c’era sempre un problema: il cliente lo trovava troppo piccolo o troppo grande, o troppo caro, o del colore sbagliato. Insomma, alla fine il cappello tornava sempre in vetrina ad aspettare un’altra occasione.
Un giorno però entrò un cliente inaspettato: una signora, che dovette insistere con il commesso per poter provare proprio quel cappello da uomo. La misura si rivelò perfetta alla prova perché la signora aveva tanti capelli molto folti. Per di più portava un cappotto che si intonava perfettamente al colore del cappello e così lo comprò! E volle indossarlo immediatamente: rinunciò perfino alla scatola e alla busta con il nome del negozio. Era una donna pratica e sicura di sé e aveva capito che quel cappello le sarebbe stato utile per molto tempo. E così fu. Per la gioia del nostro cappello che poté girare non solo la città, ma il mondo intero, stando fiero sulla testa della sua originale proprietaria.

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