“Ninfee nere” di Michel Bussi

di Marzia Brofferio Celeste

La domanda di oggi è questa: vi piacciono i gialli, i polizieschi? Vi piace l’arte, in particolare il movimento degli impressionisti? Sì ? allora vi suggerisco di leggere un libro non proprio nuovissimo (è del 2011) ma che mi ha deliziato fin dalle prime pagine. Il titolo è “Ninfee nere” (titolo originale “Nymphéas noirs”) di Michel Bussi.

L’ho letto in francese, per cui non posso esprimere alcun giudizio sulla traduzione in italiano, ma in francese scorre veloce, con un linguaggio ricco, oserei dire “morbido” che indugia su particolari, per l’appunto, “impressionistici” ma senza appesantire il filo del discorso. La storia è intrigante e l’indagine svolta dai due commissari non lascia trapelare fino alla fine la soluzione di un intricato susseguirsi di omicidi e colpi di scena.

Non posso dirvi molto sulla trama per non rovinare la lettura e anticipare scoperte che farete col trascorrere delle pagine, ma posso solleticare la vostra curiosità con le prime righe di questo giallo: «Tre donne vivevano in un paesino. La prima era cattiva, la seconda bugiarda e la terza egoista. Il paese aveva un grazioso nome da giardino: Giverny. La prima aveva più di ottant’anni ed era vedova. O quasi. La seconda ne aveva trentasei e non aveva mai tradito il marito. Per il momento. La terza stava per compierne undici e tutti i ragazzi della scuola erano innamorati di lei. La prima si vestiva sempre di nero, la seconda si truccava per l’amante, la terza si faceva le trecce perché svolazzassero al vento.»

E la storia prosegue narrata in prima persona dalla donna più anziana, quella di oltre ottant’anni, quasi vedova e si svolge tutta all’interno del paesino di Giverny e intorno al famoso laghetto delle ninfee di Claude Monet. Si accenna alla vita del pittore e dei suoi eredi, alle collezioni dei musei della zona e alle più famose indagini sui furti di quadri d’impressionisti francesi e americani. Ma si parla anche di sentimenti, di quel bisogno di evasione che spesso prende le persone che abitano in piccoli centri, di passioni estreme e della difficile scelta tra amore e carriera. Il tutto condito con un pizzico di follia (c’è perfino una strega tra i personaggi del romanzo) e ovviamente con tante brevissime descrizioni sull’arte di dipingere le ninfee.

Il pubblico e la critica francese hanno adorato “Ninfee nere” tanto che il libro si è aggiudicato nel 2011 il maggior numero di riconoscimenti mai assegnati ad un solo romanzo (oltre al Premio Michel Lebrun ha ricevuto il Grand Prix Gustave Flaubert, il Prix polar méditerranéen, il Prix des lecteurs du festival Polar de Cognac e il Prix Goutte de Sang d’encre de Vienne) ed è stato tradotto in trenta lingue.

Anche in Italia, pubblicato nel 2016 da Edizioni E/O ha avuto una buona critica ed è stato spesso descritto come uno dei migliori noir degli ultimi anni. Inutile dire che a me è piaciuto molto e ve lo consiglio, perché sono sicura che sarà una buona lettura da fare in questo periodo di confinamento in cui tutti noi abbiamo bisogno di viaggiare un pò con la mente verso luoghi che per il momento ci sono preclusi. Quindi mettetevi comodi e lasciatevi trasportare da questa avvincente storia.

Marzia Brofferio Celeste

Marzia Brofferio Celeste, laureata in Bocconi in Economia Aziendale, dopo un anno presso la Commissione Europea a Bruxelles, ha lavorato come consulente (Head Hunter e Formazione Manageriale) per numerose multinazionali in Italia, in Francia ed in Belgio.

Madre di due figli, ha sempre partecipato attivamente alle diverse associazioni dei genitori, ai consigli d’istituto e ai comitati di scuola (scuola britannica e scuola francese).
Ha vissuto in Siria (Damasco), Bulgaria (Sofia), Belgio (Bruxelles), Regno Unito (Londra). Dal 2010 è membro del Coro ACDMAE.

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