Costruire un ponte con l’arte

di Veronika Hager von Strobele Quaroni

Mi accoglie nel suo piccolo paradiso con un sorriso generoso che trasmette subito serenità, ottimismo e voglia di fare: Friederike Nievelstein, moglie dell’addetto militare alla difesa presso l’Ambasciata tedesca a Roma, Stefan Werner W. Nievelstein, è soddisfatta delle sue scelte, private e professionali. La sua passione per il mestiere più bello del mondo, di mamma di quattro ragazzi ormai adulti, non le ha tolto l’energia per l’altra grande passione della sua vita: la pittura ad acquerello e a pastello.

Sin dall’inizio sapevo che l’avrei potuta fare ovunque. Subito dopo la nascita dei nostri gemelli – ora ventiseienni – grazie all’aiuto di una vicina che si prestava a fare da babysitter, ho frequentato a Flensburg (n.d.r. città nell’estremo nord della Germania) per sei anni, un corso serale di pittura ad acquerello e pastello e ho dipinto di notte quando i bambini dormivano”. Mi è costato non pochi soldi e tempo ma avevo tanta passione”, racconta Friederike nel suo accogliente villino di tre piani, pieno di ricordi personali, immerso in una piccola oasi nascosta dietro due imponenti cancelli automatici, sulla Via Aurelia. I rumori e la sporcizia della città sono lontani qui, tra le aiuole e il vialone curato da un premuroso custode.

Dopo il periodo di studio, Friederike diventa docente nella stessa famosa università dove aveva studiato, e insegna per dieci anni le tecniche pittoriche apprese ad altri appassionati di acquerello come lei. “Mi affascinava questo gioco di colori e quanto i miei studenti riuscissero a imparare, applicandosi con diligenza e perseveranza. Alcuni di loro sono diventati veramente bravi”.

Dedicarsi professionalmente alla pittura era stato il suo sogno nel cassetto già da ragazza, ma i genitori premevano “giustamente per una professione più sicura. “Bisogna sempre avere un piano B nella vita”, tiene a sottolineare Friederike. Conclusa la prima formazione da infermiera, Friederike diventa odontotecnica e pratica la professione a Bonn, duranti i primi anni di matrimonio. Dopo il trasferimento del marito, al tempo aviatore di marina nella Germania del nord, Friederike sente “il desiderio e la necessità” di darsi alla pittura. Era il 1992. “Ho realizzato il mio sogno e mi sono creata una carriera che posso portarmi ovunque. Sono totalmente flessibile. Allo stesso tempo sono riuscita a fare la mamma al cento per cento. E di questo sono molto fiera.”

Mentre il marito è spesso assente per lunghe missioni all’estero negli Stati Uniti, a Porto Rico, in Inghilterra e in Islanda, Friederike si occupa da sola dei quattro figli maschi e della casa, ma lavora anche su commissione. I temi ricorrenti nei suoi acquerelli sono soprattutto paesaggistici: dai mari dello Schleswig Holstein, alle sue amate spiagge incorniciate da una natura rigogliosa.

Nel 1994 tutta la famiglia si trasferisce per sei mesi a China Lake in California, a sud di Los Angeles, dove il marito partecipa ai test dei missili Tornado. “Fu un periodo interessantissimo ma certo, ero spesso in pensiero per lui …”

Più recentemente, dal 2008 al 2011, i Nievelstein vanno a vivere vicino a Bruxelles dove il marito assume l’incarico di consigliere militare presso la NATO. Poi, dopo un intermezzo in Germania, la famiglia si sposta a Roma con l’unico figlio ancora in età scolastica.

“Era il nostro sogno venire qui e ci stiamo godendo giorno per giorno questa meravigliosa città nonostante tutte le difficoltà. Certo, specialmente all’inizio, abbiamo notato le strade sporche e il caos. Venendo da una piccola cittadina della Germania del nord, dove tutto è pulito e ordinato, la qualità della vita di questa grande città ci è sembrata diversa come il giorno e la notte. A problemi come quelli dei cassonetti trasbordanti non ci si abitua mai! Lo scarso rispetto, il chiasso e una certa scortesia sono dati di fatto che accompagnano la vita di questa metropoli, non lo possiamo negare.”

Ciò non le toglie comunque la gioia di stare a Roma e in Italia. Il passatempo preferito dei Nievelstein, quando gli impegni ufficiali glielo permettono, è prendere la loro Audi, color blue argento, e girare il Bel Paese. “Abbiamo già esplorato quindici Regioni italiane su venti, tutto in macchina“, racconta Friederike. “Ci divertiamo un mondo a scoprire i piccoli borghi e la gente che li abita”. L’ultima “spedizione” li ha portati a Rocca Priora, a sudest di Roma, dove si è recentemente svolta la 79ma Festa del Narciso, il fiore bianco che a maggio ricopre le valli circostanti e decora tutte le strade del centro storico, raccontandone la storia e l’identità.

Oltre l’interesse per le località italiane, Friederike è sensibile all’aspetto umano della sua esperienza in Italia. Sogna di raggiungere qui, a Roma, le persone con l’arte e di avvicinarle fra loro. Il suo entusiasmo è contagioso. Mi spiega animatamente sul balcone di casa, tra le tante piante curate con evidente attenzione, come intende costruire nel suo piccolo un ponte tra la cultura tedesca e quella italiana. Sin dall’inizio della sua permanenza romana due anni fa, Friederike ha desiderato esporre i suoi acquerelli. Con l’inaugurazione dell’esposizione “GERMANIA-ITALIA arte che unisce!”, il prossimo 28 giugno, presso l’Ambasciata tedesca, questo sogno diventa realtà. Sarà la 15ma mostra della sua lunga carriera artistica. Un’iniziativa che prende le mosse da un’idea condivisa col marito, anche lui favorevole ad aprire l’Ambasciata a tante persone e a diverse iniziative, sempre con l’obiettivo di fare dialogare le due culture attraverso l’arte.

Vorrei mettere in comunicazione il personale tedesco e italiano dell’Ambasciata e i loro familiari, creando una piattaforma che aiuti, attraverso l’arte, a scambiarci esperienze e a conoscerci meglio. Sarebbe un modo, questo, per avvicinarsi non solo professionalmente. Credo, infatti, che la mia ‘missione’ sia proprio quella di tentare di avvicinare le persone al mio campo, che è l’arte.”

Friederike vorrebbe che l’Ambasciata tedesca organizzasse in futuro altre mostre, per esempio di fotografia, di manufatti in ceramica o di sculture lignee. “Spero nel mio piccolo di riuscire a smuovere qualcosa.” L’energia e l’entusiasmo per riuscire anche in questo, del resto, non le mancano.

Veronika Hager von Strobele Quaroni

Cresciuta a Bolzano, ha studiato storia, giornalismo e scienze politiche all’Università di Vienna, al Bologna Center della Johns Hopkins University e alla University of Michigan (USA). Come consorte e poi mamma di tre figli ha vissuto a Detroit, Mosca, New York e Bruxelles. Ha lavorato come giornalista freelance per il quotidiano dell’Alto Adige “Dolomiten”, per la “Moskauer Deutsche Zeitung” a Mosca e per “Europa”, pubblicazione mensile della Commissione dell’Unione Europea in Russia.

 

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