Alla ricerca di un pasto esperienziale

di Anna Lisa Ghini Giglio

I cancelli dello Stadio Olimpico aprono alle 8 del mattino. Diverse persone, per lo più giovani, sono già lì, pronte per entrare e assistere all’evento. Non si tratta di una partita o di un concerto, ma di una giornata formativa per ristoratori e appassionati a cura dello chef Antonino Cannavacciuolo.

Proprio così: lo chef pluristellato reso famoso da programmi televisivi come Cucine da incubo e Masterchef richiama così tante persone da necessitare ampi spazi come gli stadi. E il pubblico, composto da operatori del settore, è disposto a pagare per vedere Cannavacciuolo e il suo staff condividere i segreti del successo nella ristorazione.

È una diretta conseguenza del boom della ristorazione. Secondo una ricerca pubblicata da Pagina 99 l’Italia è il paese con una delle maggiori offerte nel settore ristoranti e affini con 440 imprese ogni centomila abitanti, ed è un’offerta in crescita. Tra le nuove aperture predomina il modello del take away, caratterizzato dal basso investimento iniziale, numero di personale limitato e offerta gastronomica ridotta.

Accanto a questa tipologia, sono in espansione i ristoranti sostenuti da grandi capitali di investimento, dove l’attenzione è non solo sul cibo, ma sul concept, cioè sull’ambiente e l’atmosfera del locale. In questo caso il target sono i clienti, e sono sempre di più, che vanno al ristorante per vivere un’esperienza: essere visti dagli altri commensali, oppure assistere a un cooking show, oppure incontrare lo chef famoso.

Per questa tipologia di locale non basta più un bravo chef, ma intervengono designers, uffici stampa, curatori di immagine, che concorrono a creare un’esperienza enogatronomica originale.

E giornate di formazione come quella allo Stadio Olimpico dello chef Cannavacciuolo, che si alterna sul palco con i suoi esperti di comunicazione, di management, di design, per diffondere il nuovo mantra: non basta essere un masterchef per avere successo nella ristorazione e per soddisfare i plotoni di clienti gastrofissati. Bisogna offrire molto, molto di più.

Anna Lisa Ghini Giglio

Master dall’Universita’ Lumsa di Roma e Dottorato all’Universita’ di Hull (Gran Bretagna). Ha effettuato ricerche su minoranze etniche, conflitti statali e non statali, violenza e non violenza politica collaborando con IsIAO (Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente) e CeMiSS (Centro Militare di Studi Strategici) di Roma e le Universita’ di Trieste e di Udine. Ha vissuto in Cina, Giappone, Hong Kong e Pakistan. Membro del Consiglio ACDMAE, si occupa di INSIEME A ROMA con Andrea Miraglia del Giudice e Consuelo Bandini e del Notiziario.

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